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Nicola Valluzzi: Amministratore di voli, di terra e di strade

Valluzzi e il bilancio di fine mandato

“Hanno raccontato che la Provincia era già morta e sepolta. Ma non era vero. Le toglievano finanziamenti e uomini ma in capo all’ente rimanevano le deleghe di sempre: dall’edilizia scolastica, alla viabilità e ai trasporti; dalla gestione dei rifiuti, all’ambiente e alla cultura. Tra 2014 e 2018, però, siamo passati da 600 a 256 addetti. Ci hanno ridotto le entrate di oltre 28 milioni di euro. Le spese correnti sono passate da 95,5 milioni a 65. La spesa per il personale è diminuita di oltre dieci milioni. Nel 2015 abbiamo potuto approvare il bilancio solo grazie all’aiuto della Regione che ci assegnò 12 milioni di euro. Ma, nonostante tutto, la Provincia di Potenza è rimasta in piedi. I conti sono stati tenuti in ordine. I compiti istituzionali sono stati assicurati. Per i dipendenti non c’è mai stato neanche un solo giorno di ritardo nell’erogazione degli stipendi”.

 

 

Presidente Nicola Valluzzi, ora che sta concludendo il suo mandato alla Provincia di Potenza, ci riveli qual è stato il segreto di questo risultato?

“È il paradosso del calabrone…”.

 

Che cosa vuol dire?

“Il calabrone, per la sua struttura, con quel corpo troppo pesante e quelle ali così piccole, in base alle leggi della fisica non potrebbe staccarsi da terra. Ma lui non lo sa e quindi vola… Ecco, la Provincia, in questa stagione così avversa, ha fatto lo stesso”.

 

E qual è stata la forza che l’ha tenuta in volo?

“Abbiamo lavorato sodo e con entusiasmo. E lo abbiamo fatto recuperando i valori più profondi della politica e delle istituzioni. Abbiamo operato con senso civico e spirito volontaristico. Senza percepire un solo euro di stipendi e di rimborsi”.

 

Le cose più importanti realizzate in questi quattro anni?

“Siamo riusciti a portare a compimento alcuni progetti attesi da tempi immemorabili: penso all’apertura dell’Oraziana, al rifinanziamento delle grandi incompiute della viabilità sul nostro territorio, al riavvio dei lavori su alcune strade come la Sp 32. Sempre sul fronte viabilità, sono state rifinanziate altre ‘incompiute’: penso alla Forenza-Potenza-Melfi (appalto per oltre 15 milioni di euro) e al completamento della ‘Serrapotima’ (13 milioni di euro). In generale, tra 2014 e 2018, la Provincia di Potenza ha realizzato 141 interventi per circa 151 milioni di euro. Nello stesso periodo sono stati progettati, approvati e in parte già appaltati altri 32 interventi per 40 milioni. Già finanziati, per 140 milioni, altri cinquanta interventi. Sulla viabilità resta molto da fare ma la Provincia, nonostante le condizioni avverse, ha svolto un compito importante”.

 

Quando si parla di viabilità e sicurezza, viene in mente – soprattutto dopo la tragedia di Genova – la questione dei ponti e dei viadotti. Come siamo messi sul nostro territorio?

“Quello che va evitato, in questo nostro Paese, è l’allarme del giorno dopo. Occorre mettere in condizioni tutti i soggetti e le istituzioni responsabili di poter agire, con le risorse necessarie, per assicurare i controlli, la manutenzione sulle strutture esistenti. Nella sola provincia di Potenza questa azione riguarda 550 opere d’arte. Al momento sono 178 le opere (ponti, viadotti, gallerie e tombini) già sottoposte a monitoraggio di primo livello dalla Provincia di Potenza le cui risultanze sono state trasmesse al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.  Per due di esse (il ponte delle Fontanelle sulla Sp 32 Camastra e il ponte Fiumarella sulla Sp 169 Genzano di Lucania), già finanziate, sono in atto indagini e progettazioni. Urge un piano straordinario di monitoraggio e verifiche sull’intero territorio. Per la provincia di Potenza occorrono circa tre milioni di euro a cui dovrà provvedere lo Stato con la nuova legge di bilancio. Una operazione che è propedeutica agli interventi da assicurare. Stimiamo che, per la messa in sicurezza dei 178 ponti e viadotti oggetto di verifica, servano 90 milioni di euro. Occorre un piano pluriennale di interventi in tutta Italia per provare a recuperare, nell’arco di un quinquennio, il tempo che si è perduto”.

 

E per le scuole che cosa è stato fatto?

“In quattro anni sono state realizzate e finanziate opere su oltre cinquanta scuole per 90 milioni di euro; fra nuove costruzioni e adeguamenti sismici di edifici esistenti e azioni di efficientamento sono stati investiti 69 milioni; 21 milioni di euro sono  destinati a opere finanziate da appaltare nei prossimi mesi”.

 

Ma le pare che lo sforzo compiuto ha avuto un qualche riconoscimento?

“Devo dire che una delle maggiori soddisfazioni in questo senso ci è giunta da un consesso internazionale. Mentre la Provincia si dibatteva tra le emergenze finanziarie e organizzative, nel marzo del 2015, io sono stato chiamato a rappresentare le autorità locali nel mondo, per le comunità resilienti, alla conferenza sul clima di Sendai. La Provincia di Potenza è stata riconosciuta dall'Ufficio delle Nazioni Unite per la riduzione del rischio di catastrofi, quale modello mondiale per la Resilienza Inclusiva grazie all'unicità della sua rete dei 100 comuni”.

 

E, per Potenza città, la Provincia ha fatto qualcosa?

“Beh, il completamento della Bibliomediateca, a Potenza, costituisce uno dei fiori all’occhiello di questa amministrazione. Si tratta di un polo culturale che raccoglierà, in un centro unico, il patrimonio bibliotecario del territorio, con oltre 300 mila volumi a disposizione dell’utenza. Un centro che mette insieme e rende fruibili i testi della Biblioteca Provinciale e il prezioso patrimonio della Biblioteca Nazionale. Ma anche un esempio di innovazione per le sue caratteristiche architettoniche e tecnologiche. Una Bibliomediateca che è esempio di una forma avanzata di gestione condivisa dei servizi. Ma non c’è stato solo questo…”.

 

E cos’altro?

“Mi sembrano significative la riapertura di due luoghi simbolo della città come la Villa del Prefetto e la Torre Guevara. Entrambe sono oggetto di un importante finanziamento di riqualificazione urbana. Inoltre, con il recupero della struttura ex Tribunale in piazza Mario Pagano, dove lavorano ottanta dipendenti, abbiamo dato il nostro contributo per rivitalizzare un centro storico che rischia di svuotarsi”.

 

E sul fronte dell’ambiente cosa è stato fatto?

“La Provincia, com’è suo compito, ha svolto un ruolo importante di vigilanza e controllo. Anche sul versante della coltivazione e della estrazione di idrocarburi in Val d’Agri e a Tempa Rossa. Vigilanza e controllo che hanno portato, ad esempio, a infliggere sanzioni per tre milioni di euro a carico delle compagnie petrolifere concessionarie”.

 

Insomma, lei come Presidente della Provincia si promuove?

“Tocca agli altri promuovere o bocciare chi ricopre responsabilità pubbliche. Io posso dire soltanto di aver operato, con coscienza e con il massimo impegno, per restituire autorevolezza, dignità e onore alla Provincia, una delle istituzioni della Repubblica più antiche e rappresentative”.

 

E adesso che non sarà più Presidente della Provincia di Potenza quale ruolo politico attende Nicola Valluzzi?

“Intanto prosegue il mio impegno da sindaco di Castelmezzano. Per me sia questa responsabilità da sindaco, sia quella da Presidente della Provincia restano esperienze entusiasmanti che ho assolto con onore e disciplina, nell’esclusivo interesse della comunità. Ho sempre inteso la politica come servizio e, in tale prospettiva, intendo considerare il mio impegno anche in futuro, ovunque mi si chiederà di essere”.

 

Intanto resta nella sua trincea di sindaco…

È una trincea e un privilegio quello di essere chiamati a svolgere la funzione di sindaco. Una figura istituzionale decisiva. I sindaci sono il punto di raccordo fra cittadini e istituzioni. Le figure più vicine alla gente, quelle chiamate a risolvere i problemi concreti dei cittadini. Proprio per questo hanno una enorme responsabilità. Ma è proprio da qui che passa il rinnovamento della politica. Una politica che torni a essere capace di ascolto e di rispetto. Nelle cose che fa e anche nel linguaggio che adopera. Una politica che torni a parlare alle persone, a occuparsi del bene comune, a operare con uno sguardo lungo. Di prospettiva. Non ripiegato alla convenienza del momento. Una politica che, in questo modo, ritrovi autorevolezza, dignità e senso della propria missione”.

 

A chi lancia questo monito?

È un appello che riguarda tutti. Ma credo che sia la partita decisiva intorno alla quale si gioca il proprio futuro il Centrosinistra anche in Basilicata. È una partita che ci riguarda. È la partita che può decidere il destino di questo Paese, del nostro territorio e dei nostri figli”.

E crede che, con l’aria che tira, il Centrosinistra in Basilicata ce la possa ancora fare?

“Si ricordi il paradosso del calabrone… Secondo le leggi della fisica non potrebbe volare e invece vola”.

Amministratore di voli...

di terre e di strade